Il rischio sismico… sicurezza sul lavoro.

31 Gennaio 2018

La riflessione degli effetti del rischio sismico sulla sicurezza sul lavoro muove inevitabilmente dall’analisi dello stato di fatto degli immobili adibiti a luogo di lavoro.

L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la sua particolare posizione geografica.

Le caratteristiche geologiche del nostro paese evidenziano numerose zone in cui possono più frequentemente verificarsi terremoti i cui effetti dipendono molto dalle caratteristiche del terremoto stesso e dalla presenza antropica sul territorio colpito. Si calcola che dal 1968 al 2003 lo sciame sismico è costato al nostro Paese circa 2,6 miliardi di euro all’anno che equivale a circa 43 euro all’anno per ciascun cittadino.

Il Decreto Legislativo 81/08 – Sicurezza sul lavoro – impone al datore di lavoro di valutare tutti i rischi cui è esposto ogni suo singolo lavoratore e pertanto, pur non essendo esplicitamente riportato, il rischio sismico rientra a tutti gli effetti in tale obbligo. Inoltre, le immagini legate al relativamente recente terremoto in Emilia hanno evidenziato ancora di più la connessione tra attività lavorative e danno fisico ed economico indotto dal terremoto.

I parametri di valutazione del rischio sismico

La valutazione del rischio sismico può essere effettuata considerando tre parametri principali:

  1. La PERICOLOSITA’, intesa come la frequenza e l’energia associate al terremoto ed alla probabilità di manifestarsi in quel luogo. Questo fattore è legato a dove si trova l’edificio.
  2. La VULNERABILITA’, intesa come la predisposizione al danneggiamento dell’edificio in caso di terremoto. Questo fattore è legato a com’è costruito l’edificio.
  3. L’ESPOSIZIONE, intesa come possibilità di subire danno economico e/o perdita di vite umane in caso di terremoto. Questo fattore è legato all’attività che si svolge nell’edificio.

I dati per calcolare il primo fattore si ottengono osservando le mappe di pericolosità sismiche. Queste sono disponibili per tutto il territorio italiano e che tale dato non è certamente modificabile basandosi sul numero e tipo di eventi sismici degli ultimi cinquant’anni nella zona considerata. Il secondo invece può essere valutato grazie allo studio di professionisti abilitati (es. Ingegnere specializzato ecc.) che mediante analisi documentale e rilievi sul campo definiscono l’indice di sicurezza sismica della struttura. Questo parametro può quindi essere modificato mediante interventi mirati alla riduzione del rischio. In questa direzione, legata a misure di prevenzione, si sta muovendo la legislazione italiana ed un esempio è l’introduzione del cosiddetto SISMA BONUS. Il terzo fattore, ovvero l’esposizione, è sicuramente valutabile, ma essendo fortemente legato all’attività lavorativa che si svolge all’interno dell’edificio sarà sicuramente poco modificabile.

In conclusione quindi, il terremoto che “storicamente” veniva collocato nel novero delle emergenze nella valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro adesso deve essere inserito nel gruppo dei principali rischi valutati.