Infortuni sul lavoro e malattie professionali: il rapporto INAIL 2018

15 Ottobre 2018

Lo scorso 27 giugno si è svolta nella Sala della Margherita di Palazzo Montecitorio l’annuale relazione del Presidente dell’INAIL Massimo De Felice sui dati raccolti nel corso del 2017 riguardo le malattie professionali ed infortuni sul lavoro in Italia. 

Questo appuntamento, ormai divenuto prassi, è molto importante per poter seguire l’andamento e l’evoluzione degli indici infortunistici e per indirizzare le politiche di prevenzione legate in primo luogo alla sicurezza sul lavoro. I quasi 300 ispettori hanno effettuato nel corso del 2017 controlli su oltre 16.000 aziende di cui l’89,43% sono state trovate in regola.

Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro denunciati, i dati relativi al 2017 evidenziano una sostanziale stabilità rispetto a quelli dello scorso anno con valori che si attestano attorno ai 641.000 casi (-0,08% rispetto al 2016). Il dato significativo è che rispetto al 2013 il numero di infortuni è diminuito di circa l’8%. Tra i settori in cui ci si infortuna di più spicca il dato delle industrie e servizi (501.000 casi di cui 130.000 nell’industria propriamente detta, 56.000 nell’artigianato e ben 149.000 nel terziario) seguito dall’agricoltura (34.000). Considerando la divisione territoriale del nostro Paese il Nord Est presenta il più alto numero di denunce di infortunio (201.000), troviamo poi il Nord Ovest (188.000), successivamente il Centro a 124.000, seguito dal Sud a 84.000 e chiudono le isole con 41.000 casi. Analizzando ancora le tabelle fornite dall’INAIL si nota ancora come si infortunano più gli uomini (410.000 casi) che le donne (231.000) e che la classe di età più soggetta è quella che comprende i lavoratori tra i 45 ed i 54 anni.

Rispetto agli infortuni che hanno condotto alla morte del lavoratore ovvero alle cosiddette “morti bianche” i numeri raccontano di una situazione in parziale stallo rispetto agli scorsi anni ma comunque con valori ancora non accettabili per un paese che vuol definirsi civile. Nel 2017 sono stati denunciati 1.112 infortuni mortali contro i 1.142 dell’anno precedente. L’annus horribilis del 2015 con 1301 casi sembra quindi superato, ma rimane una poco lusinghiera media di 3 morti bianche al giorno.

Le morti bianche si distribuiscono nei macrosettori industria (358), artigianato (180) e terziario (249) mentre geograficamente si verifica maggiormente al Nord (539). Gli uomini sono nettamente i più esposti con 1.001 casi (-3,29% rispetto all’anno precedente) rispetto alle donne che registrano 111 casi mortali ma con un incremento rispetto allo scorso anno del 3,74%.

Per quanto riguarda le malattie professionali il 2017 evidenzia oltre 58.000 denunce contro le oltre 60.000 del 2016. Le malattie denunciate sono principalmente concentrate nelle industrie e servizi (46.031) e geograficamente nel Nord Est (12.355). Tra le tipologie di malattie professionali denunciate oltre il 64% riguarda l’apparato muscolo scheletrico, 

I dati complessivi dimostrano che le politiche orientate verso la sicurezza del lavoro stanno funzionando ma che ancora molto deve essere fatto. In particolare, è importante il ruolo delle autorità di controllo (in primis ASL) che dovrebbero coadiuvare il Datore di Lavoro nella prevenzione aziendale superando il ruolo (necessario e fondamentale) meramente sanzionatorio.

Inoltre, l’INAIL stesso è impegnato in progetti di supporto alle Aziende per la riduzione del rischio come testimoniano i bandi annuali per finanziamenti a fondo perduto per miglioramento delle condizioni di sicurezza aziendale.